Fidarsi

Fidarsi è bene, non fidarsi è … peggio

La diffusione capillare di nuovi strumenti e forme di comunicazione rende sempre più pressante la domanda sulla possibilità di una conoscenza oggettiva.

Su qualunque fatto si producono immediatamente letture contrapposte, che propongono come verità assolute interpretazioni fra loro incompatibili, spesso supportate da argomentazioni spacciate per oggettive in quanto basate su “dati”, “fatti”, “pareri degli esperti”, con il risultato di creare fazioni arroccate su posizioni opposte e ultimamente non disponibili a confrontarsi.

Inoltre, in un mondo in cui è normale che le informazioni vengano fornite processando grandi moli di dati, l’esperienza del singolo sembra non avere più un valore oggettivo per le altre persone.

Per verificare ed eventualmente far proprio quello che uno si sente dire, perché ciò lo aiuti ad orientarsi nelle scelte piccole e grandi della vita, è però necessario un lavoro personale, fatica che oggi non si è più disposti a compiere.

Come faccio ad affermare che una cosa è vera? E’ ragionevole fidarsi dell’esperienza di un’altra persona?

Vale la pena, anche nel mondo di oggi, fare fatica per verificare la corrispondenza di qualcosa rispetto alla propria realtà personale?

I relatori si confronteranno su queste domande, testimoniando la propria esperienza.